La riflessione nell’omelia del secondo giorno del triduo
Riflessione omiletica con intenzioni per i defunti della nostra Parrocchia di Don Piero Bussu – Prima Parte
Riflessione omiletica di Don Piero Bussu – Seconda Parte
SECONDO GIORNO DEL TRIDUO IN PREPARAZIONE ALLA FESTA PATRONALE: L’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
«LA VOSTRA RICOMPENSA È GRANDE NEL CIELO» LC 6,23B
E’ alla Vergine Maria, della quale la Celebrazione eucaristica del giorno ricorda il suo santo nome, che don Piero Bussu affida il nostro ritrovarci per pregare in modo particolare per tutti i defunti della comunità.
Anche in questa celebrazione, dopo aver ascoltato il brano del Vangelo di Luca “le Beatitudini” Lc 6,20-26, abbiamo atteso la riflessione omiletica con ancora nelle nostre orecchie l’invito «ad essere capaci come Maria di serbare nel nostro cuore le parole del Figlio».
Da subito percepiamo che c’è un timore di fondo in chi ci sta parlando, ovvero riscontrare una mentalità sempre più diffusa che esclude dall’impostazione della propria vita il senso, la necessità del sacrificio come passaggio di maturazione e opportunità di crescita. Quello che don Piero chiama «il rifiuto della “NOTTE”».
Intendendo con notte «quelle situazioni che noi reputiamo “inutili” per la nostra esistenza, senza fermarci a pensare che la notte a volte è necessaria, se non indispensabile, perché non c’è notte fine a sé stessa ma ogni notte è preludio del giorno diverso».
Le sue riflessioni toccano le corde del nostro essere, della nostra quotidianità e l’assemblea parrocchiale non vuole perdere neanche un suono. Sono parole che ci aprono alla possibilità!
E don Piero ce la spiega questa possibilità, «questa realtà se pur difficile, inspiegabile, è una dimensione necessaria per dare il giusto posizionamento alla mia esistenza, per trovare il mio “oltre” esistenziale e riposizionare i contenuti spirituali che rendono credibili le stesse scelte di vita».
Non solo, continuando ci offre anche gli strumenti per poter acquisire la necessità della notte: il discernimento, «se in noi si sviluppa questo desiderio di discernimento, cioè di percepire la notte come passaggio necessario, allora la notte diventa aurora, passaggio di liberazione e purificazione e diventa l’opportunità perché quella notte aiuti altri a percepire il significato del sacrificio».
All’ascolto delle sue parole, anche la soluzione offerta si apre ai cuori di tutta la comunità partecipante «l’apertura a Dio è fondamentale! Ecco allora quell’atteggiamento interiore che è il percorso ideale da intraprendere, per dare al sacrificio quella opportunità di gratuità, caratterizzando così in maniera positiva e propositiva la mia esistenza. Quando la mia notte è purificata dal dono del mio essere, dalla predisposizione al sacrificio, allora realmente È PASQUA!».
Anche oggi abbiamo ascoltato la Parola tradotta in parole umane, calata nella nostra esistenza di tutti i giorni, in una Celebrazione animata nei suoi servizi dai giovani e concelebrata da don Marco, sempre attento ad accompagnarci nella nostra “notte”.