La via Crucis. Meditazione di venerdì 28 febbraio
La solitudine è una di quelle esperienze umane indescrivibili. E’ nella solitudine abita l’angoscia e la paura. Il vangelo ci racconta che Gesù ha provato tutto questo, Gesù sa, conosce bene l’ora buia della solitudine e dell’angoscia. Conosce come ci si sente quando non si viene compresi dagli altri e cerca di tirare dentro la sua solitudine Pietro Giacomo e Giovanni, i suoi amici, ha bisogno di loro. Ma loro dormono. Allora la solitudine diventa paura, paura della morte e della sofferenza, c’è una disperazione che prova in quel momento. Gesù sa come ci si sente quando non si trova una via d’uscita, ha toccato con mano cosa significa avere a che fare con la morte e la paura. Gesù conosce tutto questo e può comprendere la nostra solitudine. La notte del Getzemani per questo contiene una buona novella. Si crea una grande solidarietà tra persone che hanno vissuto quella sofferenza. Cristo per rendersi solidale con la nostra sofferenza, non ce la spiega a parole, ma si carica di quella sofferenza, la vive lui in prima persona. Allora pensare a quei momenti bui in cui ci sentiamo soli, dove non troviamo più le parole e anche le persone che ci vogliono bene sono “addormentate” o semplicemente non hanno gli strumenti per esserci accanto, quanta rabbia e quanto rancore accumuliamo perché pensiamo che nessuno possa fare niente per noi. Occorre pensare a Cristo. Cristo che non ci ha liberati dalla paura ma dalla paura di avere paura. C’è un modo esatto per vivere “quest’ora” del genere, è l’ora in cui non si comprende “se è possibile allontana da me questo calice” ma la preghiera di Gesù continua “non come voglio io ma come vuoi Tu”.
La sua non è sottomissione ma è fiducia. Come si rischiara il buio della nostra solitudine quando le nostre preghiere, a volte disperate, si concludono con questo atto di affidamento. Signore non capisco perché sto vivendo questo e non trovo via d’uscita ma accada secondo la Tua volontà. Perché la Tua volontà è sempre meglio di quello che io penso. La Tua volontà possiede il vero bene della mia vita. Soltanto quando, nella nostra angoscia, troviamo il coraggio di pronunciare la parola “Abbà Padre” significa che ci stiamo ricordando che se c’è un motivo per cui vale la pena vivere nonostante il buio, la solitudine, l’angoscia, è perché abbiamo un Padre a cui possiamo raccontare tutto. Un Padre che ci offre la possibilità di poter affidare la nostra notte a qualcuno. La fede è ciò che il Signore ci dà per guidarci nel buio, ci guida proprio lì dove noi non capiamo e vediamo. Quando non si capisce più si entra nella propria vita e solo la fede può salvarci e non perché sia l’ultima via d’uscita ma perché alla fine solo fidandoci possiamo venirne fuori da quello che non capiamo e possiamo trasformare la nostra vita.