La via Crucis. Meditazione di venerdì 27 marzo
Nell’incontro con le donne che piangono Gesù usa con loro parole che potrebbero sembrare dure ma in realtà sono parole profetiche: “donne, figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma su voi e sui vostri figli perché se hanno trattato così il legno verde che ne sarà del legno secco?”
Sembra come se Gesù non apprezzi la compassione di queste donne, in realtà le accoglie tantissimo. Accoglie questo gruppo di donne che realizzano quella pagina del vangelo in cui viene detto ridi con chi ride e piangi con chi piange.
Una relazione e’ davvero alla pari quando le cose che fanno gioire le persone che stanno accanto a noi diventano la nostra gioia, e quando le cose che fanno soffrire le persone che stanno accanto a noi diventano la nostra sofferenza.
A volte però si assiste alla perversione di questa pagina del vangelo. Ci sono persone che gioiscono della nostra sofferenza e muoiono di mortificazione davanti alla nostra gioia.
Sono meccanismi molto umani che ci portiamo dentro e che a volte, esulano dal nostro libero arbitrio quando scatta la gelosia e l’invidia.
A volte la tentazione della gelosia, dell’invidia o del rancore nei confronti di qualcuno e’ più grande dei nostri ragionamenti, ci precede. E’ una cosa che sentiamo come un pugno nello stomaco.
In che cosa dobbiamo fare la differenza? Nel capire che noi non siamo quello che proviamo, ma siamo le nostre scelte.
Quindi il peccato di gelosia e di invidia avviene non quando tu senti gelosia e invidia ma quando le assecondi.
Quando tu assecondi il gusto macabro di gioire della sofferenza degli altri o di soffrire per la gioia degli altri.
Quando ci accorgiamo che questo sta accadendo in noi, dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo per capire quale posizione dobbiamo assumere, qual’e’ la scelta migliore da fare e chiedere aiuto.
Diversamente faremo di tutto per rovinare la gioia di queste persone e faremo di tutto per umiliare le persone nella loro sofferenza.
E’ una cosa terribile che lascia ferite profondissime nella fraternità e nessuno di noi e’ immune da questo.
Queste donne si trovano dal lato giusto perché piangono della sofferenza di cristo. Però non basta la semplice compassione, il semplice condividere la vita degli altri. Dobbiamo chiedere al signore di guarire tutto quello che non ci fa vivere in sintonia con la gioia e con il dolore degli altri.
da una meditazione di Don Luigi Maria Epicoco