E’ risorto. Alleluia
È risorto! Per cinquanta giorni questa notizia risuonerà nella nostra assemblee per scuoterci dal torpore di chi, fra i cristiani, è rimasto fermo al venerdì santo… Pietro e Giovanni corrono fra i vicoli di Gerusalemme. Le donne sono venute a raccontare, esagitate, di apparizioni di angeli. Ma sono donne, quindi emotivamente instabili e non bisogna dar loro troppa retta. Corrono e arrivano alla tomba che trovano aperta e, entrando, vedono il sudario ripiegato e il lenzuolo al proprio posto, come afflosciato, come se il corpo di Gesù si fosse dissolto senza toccare nulla. Vedono e credono. Gesù è davvero risorto! Ma nessuno ha visto la sua resurrezione, nessuno ha assistito a quello che è successo. Solo i segni sono lì a testimoniare l’enormità dell’accaduto. Ancora oggi vediamo solo dei segni che ci raccontano dei fatti che sono accaduti. Nessun prodigio eclatante, nessun fatto misterioso, nessun fenomeno astronomico… solo dei segni e la testimonianza di chi, prima di noi, ha creduto nelle parole degli apostoli. Gesù è risorto: su quella tomba vuota si fonda tutta la nostra fede, il nostro percorso interiore, la saldezza delle nostre convinzioni. È risorto, amici. Pietro e Giovanni tornano dagli altri, scossi e meditabondi. Ci vorrà del tempo per convertirsi alla gioia, ma l’innesco atomico di Dio è già scattato. E ci ha raggiunto!
Paolo Curtaz