“Rimanete nella mia Parola”. V Domenica della Parola di Dio. 21 gennaio 2024
Il fatto fondamentale che sconvolge la storia dandole un orientamento differente è questo: in Gesù Cristo Dio parla in maniera piena e definitiva all’umanità. Lui è la Parola fatta carne, la Parola che da sempre viene pronunciata e che ora diventa anche visibile. Ciò che viene fatto conoscere agli uomini è la Parola, il Logos, il Verbo, la vita eterna…tutti termini che rimandano all’idea centrale e fondativa: la persona di Gesù Cristo. Diventano allora molto significative queste parole che Gesù rivolge a tutti noi credenti in Lui, nel Vangelo di Giovanni: «Rimanete nella mia parola» (Gv 8,31).
È l’invito a non disperdersi, ma a “rimanere in lui” in un’unità profonda e radicale come quella dei tralci alla vite (cfr. Gv 15, 1-7). Nel Quarto Vangelo, il verbo “rimanere” ha un valore paradigmatico. Rimanere nella Parola di Dio è molto più di un incontro frettoloso o addirittura fortuito. La Dei Verbum lo spiega in modo ammirabile: «Nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con loro» (Dei Verbum, 2). Dio non solo parla con gli uomini, ma si ferma a lungo con loro, come fossero dei veri “amici” conosciuti da tanto tempo; Dio “si intrattiene” con noi, rimane per condividere gioie e dolori e dare alla vita un senso di pienezza che non può essere ritrovato altrove. Nella sua Parola, Dio ci illumina con la «luce della vita» (Gv 8,12), come ben afferma il vescovo Agostino: «Se rimarrete nella mia parola, sarete davvero miei discepoli, e potrete contemplare la verità come essa è, non per mezzo di parole sonanti, ma per mezzo della sua luce splendente, quando Dio ci sazierà, così come dice il salmo: È stata impressa in noi la luce del tuo volto, o Signore (Sal 4,7)».
(dal Sussidio liturgico-pastorale per la V Domenica della Parola di Dio)