La nostra storia

Una chiesa radicata nel territorio

Era il 1987 quando gli abitanti di Carbonazzi si resero conto che una nuova costruzione era iniziata nel loro quartiere. L’interesse era piuttosto modesto perché non erano certo i cantieri a scarseggiare.

E’ infatti piuttosto insolita l’evoluzione di questo quartiere: nato tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta, si è sviluppato, tra la via Forlanini e via Carbonazzi ed è caratterizzato da palazzi spesso costruiti in cooperativa, con un piccolo giardino intorno, e che non superano i 5 piani;   i servizi si limitano a qualche esercizio commerciale essenziale.

A metà degli anni ottanta avviene il boom edilizio. Viene definito il nuovo piano regolatore e i terreni a monte di Carbonazzi vengono frazionati e ceduti alle cooperative che, nell’arco di 3-4 anni, costruiranno appartamenti per circa 1000 nuclei familiari, accanto a questi sorgono abitazioni di edilizia popolare che portano gli abitanti di Carbonazzi, nella loro totalità, a oltre 6 mila unità.

Il nuovo insediamento deve subito fare i conti con diversi problemi legati ad una crescita talmente veloce che poco spazio lascia allo studio di risposte concrete da dare agli abitanti.

E’ in questa situazione che l’Arcivescovo di Sassari, Mons. Salvatore Isgrò, istituisce a Carbonazzi la Parrocchia di Cristo Redentore, con decreto del 30 giugno 1986.

Nel 1987, su un terreno ceduto a titolo gratuito alla Curia di Sassari dal Comune allora guidato dal sindaco Raimondo Rizzu, il progetto cominciò a concretizzarsi in una costruzione di un prefabbricato di 24×14 mq che sarà il preziosissimo luogo adibito a Parrocchia. Una grande sala di circa 300 mq viene benedetta il 21 giugno 1987 come luogo di culto per la Celebrazione Eucaristica e ha così inizio una avventura religiosa, umana, ma anche sociale che coinvolge tante persone della neonata comunità in un cammino certamente difficile, eppure gioioso, straordinario e comune.

Alla guida della nuova Parrocchia viene chiamato don Mario Simula che, nominato 1° Parroco di Cristo Redentore nel settembre 1986 dall’Arcivescovo di Sassari Mons. Isgrò, ha il compito non facile di tracciare la strada perché gli abitanti del quartiere abbiano un punto di riferimento nel loro cammino di fede.

don Mario Simula

Don Simula che aveva ricoperto vari incarichi nella Diocesi di Sassari prima di essere chiamato a questa nuova esperienza pastorale imprime subito un’impronta assolutamente personale alla sua missione evangelica, dando precedenza all’accoglienza prima che a qualsiasi altro aspetto nel rapporto con le persone. Molto presto tanti giovani di Carbonazzi raccolgono l’invito per una esperiena comune di condivisione delle gioie e delle difficoltà, di momenti di preghiera, ma anche di incontro, di confronto, di riflessione. Sono giovani e adolescenti impegnati a fare scelte difficili, spesso scomode e controcorrente rispetto ai loro coetanei, in un’età già di per se complicata; sono ragazzi a volte contraddittori  e incostanti, come gli altri che però se, oggi, allentano la presa della mano di chi li guida, hanno, domani, il coraggio di stringerla ancora più forte.

Viene così gettato quel seme che è diventato un grande albero alla cui ombra a Carbonazzi tanti ragazzi tentano di crescere: i giovani e gli adolescenti del 1987 sono oggi i loro educatori e animatori.

In parallelo nasce l’attenzione all’evangelizzazione dei fanciulli. Carbonazzi è un quartiere di coppie giovani con una grande presenza di fanciulli.

Si è data vita a due gruppi liturgici, uno di giovani e uno di fanciulli, che animano la Liturgia domenicale.

Si ferma l’attenzione anche sulla necessità di incontrare i ragazzi in momenti dedicati allo stare insieme, al gioco e allo sport; nascono così due squadre di volley e due di calcio i cui allenatori e resposabili sono anche educatori che nutrono i ragazzi di consigli tattici e tecnici, ma anche valori di solidarietà, amicizia e condivisione.

E la Parrocchia si pone ancora nuovi obiettivi: la catechesi per adulti che, sotto la guida del Parroco, aiuta a trovare risposte in un tempo di grandi cambiamenti, di crisi di valori, alla ricerca delle verità fondamentali per la loro vita di credenti.

Ed ancora un progetto ambizioso che vede la luce nel 1994. E’ il Centro di ascolto che si pone al servizio non soltanto del quartiere di Carbonazzi, ma di tutta la sotto-zona vicariale.

Attraverso l’opera dei volontari, il Centro di ascolto accoglie, ascolta e tenta, nelle sue possibilità, di dare concreta soluzione alle tante povertà di persone e famiglie afflitte da problemi di disagio giovanile, droga e carcerazione, dispersione scolastica.

Ma, se da una parte, comincia a delinearsi una vera e propria comunità di fedeli che desiderano percorrere un cammino di fede e spesso con entusiasmo offrono le loro capacità e la loro disponibilità, si evidenzia la difficoltà di riciclare gli esigui spazi a disposizione (appena una stanza e due box prefabbricati) e la crescente necessità di reperirne di nuovi.

Nasce l’esigenza di costruire una nuova Chiesa e viene dato mandato all’Architetto Andrea Sussarellu e all’ingegnere Pier Francesco Romano di elaborare il progetto con la consulenza dell’architetto Don Simone Giusti. Come è intuibile, si sono dovute superare non poche complicazioni di carattere burocratico ed economico. Ma oggi la nuova chiesa di Carbonazzi è una realtà.

Costruita a forma triangolare, si sviluppa su una superficie di circa 650 mq e raggiunge la sua massima altezza in corrispondenza dell’Altare Maggiore, dominato da un affresco del pittore Paolo Maiani di Pisa, allievo di Annigoni. L’Altare Maggiore è in pietra e il pavimento in marmo di Orosei.

Alla destra dell’ingresso principale il Fonte Battesimale e alla sinistra la cappella del Santissimo che sarà impreziosita da un Cristo del ‘400 donato alla Parrocchia da Don Pietro Desole.

Sotto la Chiesa sono stati ricavati i locali che vengono utilizzati per le attività parrocchiali.

Sembrerebbe il lieto fine di una storia, è invece l’inizio di una storia che gli abitanti di Carbonazzi devono ancora scrivere, la storia di una comunità chiamata a rispondere alla proposta evangelica di Gesù Cristo sapendo che Egli, proprio come fece 2000 anni fa con i discepoli che lasciavano Gerusalemme per tornare a Emmaus, sarà accanto a loro con grande attenzione ai problemi, alle aspirazioni, ai valori, alle domande di tutti.

Dal 2012 il cammino della comunità parrocchiale di Cristo Redentore ha avuto come guida don Marco Carta, scelto come parroco da S.E. Mons Paolo Atzei, successore di don Mario chiamato ad altro incarico nella chiesa turritana come Vicario Generale.

don Marco il giorno del suo ingresso in parrocchia

Per sette anni don Marco ha rafforzato l’azione pastorale iniziata da don Mario, confacendola alle esigenze del tempo. La parrocchia ha proseguito le attività di evangelizzazione con il catechismo dell’iniziazione cristiana per i bambini, le catechesi per gli adulti, le Lectio mensili aperte a tutta la comunità, la preparazione delle famiglie al battesimo dei propri figli, gli incontri di riflessione per le famiglie. Importante la riattivazione dell’oratorio che durante la settimana accoglie i ragazzi facendo conoscere ed  esprimere  le proprie attitudini e potenzialità soprattutto attraverso il gioco e lo sport. Il rinnovo degli spazi esterni attraverso un progetto del Centro Sportivo Italiano è l’esempio più concreto delle attività dell’oratorio.

Incessante e sempre più organizzata la pastorale della carità attraverso la solidarietà e il centro di ascolto.

Significativa la presenza dei gruppi di giovanissimi e giovani guidata dagli educatori in varie attività formative.

In questi sette anni la comunità di Cristo Redentore ha sperimentato l’accoglienza ai migranti con il Progetto Protetto Rifugiato a Casa mia, promosso dalla Caritas Italiana

Nel 2019 don Marco è stato destinato ad altri incarichi dal nuovo Arcivescovo Gian Franco Saba: come vicario episcopale per la pastorale e parroco della parrocchia Cattedrale di San Nicola e Santa Caterina.

Lo ha sostituito don Dino Pittalis, già parroco della Cattedrale, con il quale la comunità di Cristo Redentore continuerà a scrivere la sua storia di salvezza.